Vite – Pianto e germogliamento precoce

© Olivier Colas (http://olouf.fr) 

 

le viti che piangono

Le condizioni di temperatura elevate rispetto alla media stagionale, accompagnate dall’umidità, portano al riscaldamento del terreno che favorisce Il risveglio vegetativo. Questa attività è responsabile del precoce afflusso di linfa sulle viti potate, in altre parole del pianto della vite. Se questi flussi sono sinonimo di risveglio, con l’aumento della linfa, quali sono le conseguenze sul suo ciclo?

In generale le viti che piangono presto sono destinate a germogliare prima, se la situazione climatica persiste. La linfa che scorre attraverso le ferite di potatura non guarite è generalmente costituita da acqua e carboidrati (zucchero) che vengono generalmente utilizzati durante questo periodo per idrolisi dell’amido di riserva per resistere al freddo. Se questi flussi rappresentano solo una piccolissima perdita di elementi minerali (NPK, ecc.), questa perdita di carboidrati di riserva può avere gravi conseguenze sulle prime fasi di sviluppo della vite e sulla sua resistenza al gelo. Ogni pianta può perdere da 0,5L a 5L di linfa se la potatura viene effettuata durante questo periodo. Di conseguenza le viti che hanno avuto una fine difficile del ciclo precedente (alta produzione, stress idrico, basse riserve, ecc.) saranno direttamente colpite da questa precocità del pianto, soprattutto i vitigni precoci (Chardonnay, Sauvignon, Pinot, ecc.).

In questi casi, l’analisi dei tralci sarà una leva preziosa per meglio adattare un consiglio affidabile per correggere queste disfunzioni, e questo non appena le foglie si sviluppano.

L’applicazione di uno speciale Programma di Nutrizione e Stimolazione (PNS) per aumentare le riserve è raccomandata, con l’assunzione di aminoacidi (OSIRYL AA e azoto (ANTYS 15) che permettono di mantenere un alto potenziale di azoto assimilabile.

In caso di rischio di gelo, la soluzione efficace per temperature ≤ -3°C è quella di effettuare un trattamento con ANTYS K almeno 48 ore prima del rischio. Sotto i -3°C, purtroppo non c’è più nulla da fare.